Nave da battaglia, Regia Marina Italiana.
Cantiere | Cantieri Riuniti dell’Adriatico, Cantiere San Marco, Trieste |
Dislocamento | 41.650 tonn. |
Lunghezza | 240.70 m |
Larghezza | 24.31 m |
Apparato motore | 4 gruppi turboriduttori a doppia demoltiplicazione |
Costruttore | Fabbrica Macchine Sant’Andrea, Trieste |
Potenza | 140.000 HP |
Velocità | 30 nodi |
Armamento | 9 cannoni da 381/50; 12 cannoni da 152/55; 20 mitragliere da 37/54; 28 mitragliere da 20/65; 4 cannoni da 120/40. |
1938 | 28 ottobre, impostata sullo scalo |
1940 | 9 giugno, varata |
1941 | 9 novembre, salpa da Trieste per trasferirsi a Venezia per lavori in bacino; il 14 dicembre torna a Trieste (l’11 dicembre 1941 l’Italia dichiara guerra agli Stati Uniti) |
1942 | gennaio-aprile, viene completato l’allestimento ed effettuate varie uscite in mare per esercitazioni; il 14 giugno viene consegnata alla Regia Marina, entrando nella 9a divisione con base a Taranto; il 21 agosto lascia Trieste |
1943 | Il 24 giugno un’incursione alleata causa danni nella zona poppiera e l’unità è inviata a Genova per la riparazione, ma rientra rapidamente in squadra e il 13 agosto è di nuovo all’ormeggio a La Spezia. Alle 3 del mattino del 9 settembre 1943, poche ore dopo l'annuncio dell’Armistizio, prende il mare insieme alla "Forza Navale da Battaglia" (tre corazzate classe “Littorio”, due divisioni di incrociatori, due squadriglie di cacciatorpediniere ed un gruppo di torpediniere) partendo da Genova e La Spezia per dirigere verso La Maddalena. E’ al comando l’ammiraglio Carlo Bergamini, che avrebbe dovuto ricevere ulteriori ordini correlati con le clausole armistiziali. Nei pressi del Golfo dell'Asinara in Sardegna, durante un massiccio attacco compiuto ad alta quota (al di fuori del raggio delle artiglierie contraeree) da ventotto bombardieri tedeschi contro la flotta italiana, la corazzata “Roma” viene colpita da due bombe perforanti teleguidate, una delle quali centra un deposito munizioni: la nave si spezza in due tronconi e si inabissa in quelle acque, provocando la morte di 1393 uomini dell’equipaggio e del comando della flotta, compreso l’ammiraglio Bergamini, mentre 628 naufraghi vengono tratti in salvo dalle navi di soccorso. |
2012 | Dopo vari tentativi negli anni di precisarne le coordinate geografiche, il 17 giugno 2012 viene finalmente ritrovato il relitto dall'ingegnere Guido Gay, titolare della Gaymarine di Trezzano sul Naviglio, nel golfo dell'Asinara sul fondo di un canyon a circa 1000 m di profondità a 16 miglia dalla costa sarda. Il 28 giugno 2012 il ritrovamento è confermato da due ufficiali della Marina Militare Italiana inviati a bordo del “Daedalus”, il catamarano dell’Ing. Gay. |
Architetto arredatore
Gustavo Pulitzer Finali (già aveva ricevuto l’incarico per l’arredamento delle corazzate “Vittorio Veneto” e “Andrea Doria”, varate a Trieste rispettivamente nel 1934 e 1938).
Opere di Mascherini:
Come cortesemente scrittoci dall’Ammiraglio Domenico Carro, autore del libro Corazzata Roma. Eccellenza e abnegazione per la patria, Presidenza Assemblea Capitolina, Cooperativa Sociale Eureka Coop. A.r.l., Roma, 2011: ” La statua della Dea Roma si trovava proprio nel locale più prestigioso della Corazzata Roma”. La “Sala Consiglio” era infatti il luogo di riunione indetto dal Comandante in Capo delle Forze Navali da Battaglia, Ammiraglio Carlo Bergamini, con il proprio Stato Maggiore e con gli ammiragli e comandanti delle unità dipendenti. Ancora oggi la “Sala Consiglio” è il locale di una nave da guerra maggiore (oggigiorno le due portaerei ed i cacciatorpediniere lanciamissili) destinato a sala di ritrovo, riunioni e rappresentanza di un Ammiraglio imbarcato come comandante di un Comando complesso, ad es. il Comando in Capo della Squadra navale, un Comando di Divisione navale”.